20 Maggio 2012

Il tipo che fa da guardia all’albergo è un maasai. Ho provato a spiare sotto il telo che lo copre per verificare se le leggende sono fondate, ma niente. Gli ho fatto anche un sorrisino e lui ha continuato a fissarmi con sguardo serio. Devono essere proprio dei guerrieri duri questi qua.

Sono a Moshi, il paese più vicino al Kilimanjaro e capitale della produzione di caffè. Ci ho messo 9 ore in autobus da Dar Es Salaam, su una strada piena di buche e con un caldo boia. Nonostante ciò son riuscita a dormire per 8 di quelle ore. Mi svegliavo ogni tanto quando il bus rallentava perché arrivavamo a un villaggio. 

Tra le palme ci sono casette in mattoni con il tetto in lamiera o capanne di fango e paglia. E al centro di ogni villaggio c’è una tettoia di foglie di palma che deve fungere da luogo di ritrovo e relax, perché ci ho visto gente cucinare e mangiare, chiacchierare e perfino giocare a biliardo.

Deve essere una grande passione il biliardo in questo paese. Ieri al Coco Beach c’era un torneo con un gran pubblico e c’è un tavolo anche al bar di questo alberghetto. Carino il posto dove sono. Camere simpatiche e pulite e un bel terrazzo con un bar arredato di un bel paio di maschietti che giocano a biliardo. Ci sono da un’ora ma solo quando con lo scendere della sera le nuvole son sparite mi sono accorta che il Kili era lì che mi guardava.

kilimanjaro viewd from moshi