GINA

GINA

Cerco di imparare un po’ di Swahili

2 Giugno 2012

Per ricordarmi cosa devo dire per chiedere ai bambini come si chiamano, penso a mia nonna. Gina lako nani? dove “gina” sta per “nome”. Così penso a mia nonna Gina e mi viene il resto della frase.

Ho approfittato delle lunghe ore passate in macchina durante il safari per imparare un po’ di Swahili. E’ una lingua bellissima e sembra che la Tanzania sia il posto migliore dell’Est Africa per impararlo. Un tipo mi ha detto che in due mesi riuscirei a impararlo decentemente. Io dubito. Però intanto imparo quel che posso.

Alcuni termini hanno influenze arabe. Per esempio cinquanta si dice hamsini, e in arabo cinque è hamsa o qualcosa del genere, se non sbaglio. Figlia è “binti”, come in arabo. Inoltre usano dei termini indiani, come “chai”, per il tè, o “chapati”, per il pane rotondo.

Ho faticato un po’ a capire come funzionano le ore, perché Laurence non era riuscito a spiegarmelo ed Emily mi aveva detto che non c’è una logica, son diverse e basta. Invece no. Una logica c’è. E neanche tanto difficile. Cominciano a contare dalle 6, l’ora in cui comincia la giornata, fino alle 18, l’ora in cui comincia la notte. Quindi le 7 son per loro l’una, le 8 sono le 2, e via così, fino alle 6. Poi si ricomincia. Con l’orario notturno. 1 di notte, 2 di notte e così via. Mi piace. Ci metto un po’ di tempo a capire cosa devo dire, perché il mio orologio segna l’ora di Greenwich, quindi devo prima aggiungere 2 ore per avere la mia ora locale e poi togliere 6 ore per avere l’orario in Swahili. Lo so che faccio prima a togliere 4 ore, ma provateci voi! Na saa tatu, sono le nove, ora di andare a dormire! In realtà sono le 9 e mezza, ma quello non mi ricordo ancora come si dice L