McLeod Ganj

McLeod Ganj

Novembre 19, 2010

È dal giorno del mio compleanno che non scrivo. È che a McLeod Ganj mi sembrava di non aver fatto niente che meritasse di essere scritto.

Il bello di quel paese è che non sembra di essere in India. Pienissimo di rifugiati tibetani. Non vivono in un agglomerato di case come nei centri di rifugiati che ho visto in Nepal e Darjeeling, ma in un vero e proprio paese e sembrano stare bene. Certo, non è la loro patria e non sarà mai lo stesso, però sembrano contenti. E poi c’hanno il loro amato Dalai Lama a portata di mano… 

Ci sono un sacco di turisti là e il passatempo principale sembra sia comunicare. Tibetani che si raccontano agli occidentali, per far conoscere la loro storia. Ho visto veri e propri giornalisti fare interviste. Così io mi sono sentita un po’ a disagio, non so, mi scocciava far parte della massa. Ho parlato un po’ solo con un tipo di un ristorante, 40enne credo, che ancora non è sposato perché c’è una carenza di donne a McLeod Ganj. È fuggito dal Tibet 16 anni fa. Ora non può più tornare perché era politicamente attivo mentre stava là e lo arresterebbero subito se tornasse.

Comunque i tibetani sono proprio belli. Mi ero dimenticata come si sta bene in mezzo a loro.  

Beh, mi son fatta un corso di massaggi e uno di reiki nei 5 giorni che ho passato al freddo di quei monti. Massaggi bello. Forse perché il tipo che mi insegnava era anche carino. Reiki non so. Non mi ha convinto. Reiki è un metodo di cura che usa i flussi di energia che passano tra i corpi. Il maestro mi sembrava un po’ un pagliaccio e mi infastidiva il suo modo di respirare, probabilmente per questo non mi ha entusiasmato. E poi reiki si basa troppo sulla meditazione, che io non ho la pazienza di fare. Dovrei fare 21 giorni di “self healing”, auto-cura o qualcosa del genere, ma siccome mi ci vogliono 72 minuti, non ho ancora iniziato.

Mentre lui mi “curava”, dovevo concentrarmi sui 7 chakra, dei punti di.. boh, energia forse? Che regolano il resto del corpo? Qualcosa del genere. Mica mi ha spiegato niente il tipo!

Il primo chakra è a livello della passera. “Cosa posso scrivere nel blog?” pensavo io quando mi chiedeva di concentrarmi su quel punto.

“Please concentrate on your second chakra”, Sha… qualcosa si chiama. Poco sotto l’ombelico. Ommmmmm….  mi scappa la pipì.

3° chakra. 2 dita sopra l’ombelico. Comincio ad avere fame.

4° chakra, a livello dello sterno. Da quanto tempo non mi tocca un uomo.

5° chakra, la gola. Mi sta venendo sete.

6° chakra, sulla fronte. Qui riuscivo quasi a concentrarmi, forse perché per farlo dovevo incrociare i miei occhi chiusi e questo mi mandava un po’ in trance.

7° e ultimo chakra, sopra la testa. “Uff.. ancora non è finito?”.

Insomma, non sono stata tanto una buona studente. Spero sia stato bravo lui a concentrarsi e ad aprire i miei chakra, perché io mi sa che non ho contribuito molto. E poi mi diceva “feel the good energy opvj” opvj? what’s opvj? come faccio a concentrarmi con uno che parla così?

Per tutto il tempo poi pensavo a Sibel. Sibel è una ragazza che ho conosciuto a Londra qualche mese prima di partire. È turca, lavorava nella mia stessa compagnia di viaggi, e me l’ha presentata Patrizia, sarda, perché aveva una stanza libera nel suo appartamento. Sibel pure sta praticando reiki. E a starle vicino mi veniva la pelle d’oca. Ha una calma spaventosa ed emana una serenità incredibile, sarei stata ore a parlare con lei. Di energie, auree, gatti e streghe. Mi ha conquistata dicendomi che secondo lei sono stata una strega in una vita precedente. Wow, non sarebbe fico? Ricordo che mi aveva detto che siccome ai tempi dell’inquisizione le streghe ne hanno sofferte di tutti i colori e sono morte in modo orribile, quando si reincarnano preferiscono dimenticare tutto e lasciare da parte i loro poteri. Per questo sono allergica ai gatti, pur amandoli, a quanto pare. Ecco. “It made my day” si direbbe in inglese. Quindi attenti a non farmi dispetti ché son pericolosa!

Comunque, streghe a parte, proprio una bella persona Sibel.