Mio papà dev’essere un giardiniere

Mio papà dev’essere un giardiniere

3 Novembre 2010

Mio papà dev’essere un giardiniere.

Mi ha detto qualche ora fa un ragazzino mentre camminavo lungo il Gange. Perché io sembro un fiore. Non male per i suoi 12 anni, eh?
Oggi finalmente dopo 6 giorni che sono a Varanasi sono uscita a visitare la città. Ho passato gli ultimi 5 giorni tra letto e bagno, con sta diarrea che cominciava a preoccuparmi perché non smetteva e io non avevo più fame. Al 4° giorno, con le poche forze rimaste in me (e l’aiuto di un succo di mango che ho vomitato sulla via del ritorno) sono andata da un farmacista che mi ha dato un po’ delle loro pastiglie indiane (mi aveva avvertito Marco che per combattere i mostri indiani ci vogliono medicinali di qui) e una soluzione per reidratarmi (che mi ha risollevato un pochetto subito). Beh, c’è di positivo che da 16 anni non avevo la pancia cosi piatta. Oggi per la prima volta dopo tanto tempo ho avuto fame di nuovo. Bella sensazione. Qualche giorno fa pensavo che mi sarei dissolta nell’aria senza che nessuno si accorgesse di me. In realtà c’erano altre persone in albergo che si interessavano e chiedevano se potevano fare qualcosa, ma cosa?

Beh, oggi allora sono uscita. Ero uscita la mattina, ma poi il caldo mi ha fatto venire la tachicardia (possibile? O forse semplicemente ero ancora troppo debole) così son tornata in camera a riposarmi. Son uscita di nuovo verso le 3. Sono andata in questi Ghat per cui Varanasi è famosa. Sono dei moli lungo il Gange (che qui si chiama Ganga) dove la gente va a lavarsi e fare le abluzioni mattina e sera soprattutto (che ho visto fare anche a Calcutta), ma in alcuni qui anche cremano i morti. Un effetto strano.

C’è una scalinata che dalla strada porta verso il fiume. Lungo gli scalini c’è la fila di cadaveri che aspettano di essere messi sopra il loro mucchietto di legna, la quantità necessaria per bruciare il corpo. Pensavo facessero anche scivolare il corpo nell’acqua, invece questo non l’ho visto fare. Li lasciano lì.

Poi sono andata ad un altro Ghat, il Dasaswamedh, dove tra le 6.30 e le 7.30 di sera fanno un rituale interessante, con 7 ragazzi che con incensi e candelabri e code di cavallo fanno un po’ di scena. Bello. Molto suggestive le candeline sul Gange nel background. Candeline messe su una foglia ricoperta di fiori, che si fanno trasportare dalla corrente. La mia ha avuto vita breve. Dopo 5 secondi che era in acqua la corda di una barca ci è finita sopra e me l’ha uccisa. Spero che questo non abbia avuto una brutta influenza sul mio buon karma. La ragazzina che mi accompagnava diceva che no, ha rimesso la candelina sulla foglia senza fiori e me l’ha riaccesa. It’s still nice, mi ha detto. Se lo dice lei… Mi ha regalato il suo anellino. Così quando lo guardo penso a lei, Sunita. Carino da parte sua, considerato che ha una ferita al piede che non guarisce perché non ha i soldi per andare dal dottore.
Questa cosa dei bagni in fiume sono frequenti qui. Beh, sia il Gange che il fiume di Kolkata (l’Hooghly) sono sacri. Non so se lo siano tutti. Comunque la gente non è che ci vada solo per lavarsi, perché per strada ci sono dei rubinetti con acqua più pulita. Cioe’, meno sporca. E’ che per loro è come lavarsi con acqua santa. Per me faceva strano, visto che dopo un bagno in uno di questi fiumi super inquinati penso ci vorrebbe una vasca di varecchina, ma evidentemente non tutti la pensiamo allo stesso modo. Una sera mentre ero a Kolkata ho cercato di scrivere nel mio diario quel che vedevo.
17.05 hrs . Baabu Ghat. Acqua giallo-marrone. Rifiuti e corvi. C’è la solita gente di strada che si fa il bagno, ma ci sono anche persone ben vestite che si avvicinano all’acqua, se ne spruzzano un po’ in testa e in viso. Alcune volte la bevono. E poi se ne vanno. Una coppia addirittura si sta portando a casa una tanichetta piena d’acqua. Si insaponano. E poi entrano nell’acqua fangosa. Altro che Sottomarina! Come fanno a bere quest’acqua e non morire? Si lavano pure i denti. Non con lo spazzolino, con le dita. Una donna sta entrando con il suo bel vestito bianco candido. Un tizio in un angolo sta svuotando delle borse piene di spazzatura, direttamente in acqua. Incensi sugli scalini. La tipa in bianco è entrata fino alla testa. Ha strizzato la sciarpa e sciacquato i sandali con l’acqua marrone prima di uscire. E ora? Prenderà il bus tutta bagnata? O ha un’auto da inzuppare? O camminerà per la strada così? Either way, vorrei vederla.
Sono in un ristorantino con due tipi che suonano strumenti classici indiani. Carino. Ho preso Aloo Dam Kashmiri e Mushroom Rice. Patate con curry dolce e riso. Non riesco a finire. Non posso credere che Katty Piazza non riesca a finire la sua cena. Ma forse è meglio non sforzare troppo il mio stomaco per ora.
Domattina vorrei riuscire a svegliarmi alle 5 per prendere una barca lungo il fiume e osservare la gente durante le loro abluzioni mattutine. Vediamo se ci riesco. Nonostante tutto quel che ho dormito in questi ultimi giorni non sono ancora pronta a svegliarmi presto mi sa…
E sono pronta per andarmene a letto. Ore 21.35 circa. Notte.