Si torna dai Dominicani!

Si torna dai Dominicani!

26 Marzo 2014

7.25 Siamo in stazione a Cap Haitien, sul caldissimo tap-tap per Ouandinthe, sul confine. In teoria sono 3 ore di viaggio. Speriamo. Siamo anche belli pieni, pronti a partire. Colazione al Croissant d’Or. Bello tornare in un posto conosciuto, ti fa sentire a casa. C’è puzza di piedi qui dentro. Comincio a pensare che siano quelli di Luca! Solita confusione e tanta immondizie, sulle strade e nel canale. Un peccato, visto che il centro città era così pulito e ordinato, un tale contrasto rispetto Port-au-Prince!

Poco dopo la partenza ci siamo fermati per gonfiare una ruota. Per fortuna ci sono sti meccanici lungo la strada che in pochi minuti sistemano tutto. Chiamarli “meccanici” forse è un po’ troppo. Hanno due ferri e un compressore a benzina, senza un’officina o un ufficio. Fanno tutto sul ciglio della strada in pochi minuti, non c’è neanche bisogno che l’autista spenga il motore.

9h44: Au revoir tap-tap et “Dieu tout Pouissant” (stampato ovunque, dai tap-tap alle banche, sui muri delle case, a caso…), bienvenidos gua-gua e “Cristo ya viene”. Siamo a DAJABON, sul gua-gua per Monte Cristi, la nostra destinazione finale per oggi. Speriamo che l’hotel sia decente perché abbiamo bisogno di riposare un po’! Abbiamo perso qualche euro nel cambio dei gourdes in pesos (avvenuto per strada da un uomo a caso, un ufficio di cambio autorizzato non esiste), ma abbiamo risparmiato 40 dollari a testa venendo in tap-tap anziché con Caribe Tours: 25 dollari (-5 spesi da noi per i mezzi pubblici) per il pullman e 20 per la frontiera haitiana (all’ufficio del Caribe Tours ci avevano chiesto 30 USD per le tasse doganali: 10 per la frontiera dominicana, che abbiamo in effetti pagato, e 20 per la frontiera Haitiana, che invece non ci sono stati chiesti quando siamo usciti). Ci conferma che quando si viaggia con gruppi di stranieri tutti ne approfittano, è meglio arrangiarsi quando si può. Certo, magari il bus diretto era più comodo, ma ci è andata abbastanza bene dai. Il tap tap dopo mezz’oretta si è svuotato, e ora il gua-gua è climatizzato e comodo, ognuno con il suo posto assegnato. La Lonely Planet diceva che ci volevano tre ore per arrivare alla frontiera ad Haiti, invece in un’ora e mezza l’avevamo anche passata.

Che ridere, quando siamo arrivati a Ouanaminthe, appena scesi dal tap-tap siamo stati assaliti da una ventina di moto, tutti che ci volevano portare al confine. Luca è stato bravo, ne ha scansati un po’, si è acceso una sigaretta, mantenendo la calma. La moto dovevamo prenderla, ma a lui dava fastidio che ci avessero assaliti a quel modo. Io a vederlo così mi sono messa a ridere, sapendo come doveva essere in realtà super-nervoso, dietro la calma apparente, ed ho spiegato ai moto-tassisti che ci dovevano dare spazio o quello lì sboccava. Alla fine una moto a testa e con neanche un dollaro siamo arrivati alla frontiera. Primo ufficio e timbro per uscire da Haiti, qualche centinaio di metri lungo uno stradone, e la frontiera dall’altra parte. Seguiti da un gruppo di persone che volevano cambiarci le gourdes. Alla fine il primo ci aveva fatto l’offerta migliore e siamo tornati da lui.

18.30 MONTE CRISTI Che bello, che serenità! Ora mi rendo conto che Haiti non è stata per niente facile. Paghiamo 650 pesos per dormire, circa 12 euro, in una stanza senza finestre verso l’esterno, che quando scoreggiamo ci sentono alla reception, ma è pulita, spaziosa e profumata. Due caffè ci sono costati 30 RDS, che di là neanche in strada li pagavamo così poco. Abbiamo mangiato un piatto a testa con riso e capretto e sono stra-piena, non c’ero più abituata. Internet ovunque o quasi e libero, non come ad Haiti che dovevamo andare negli hotel di lusso e pagare. Gente cordiale che ti saluta e ti sorride per strada, nessuno di rabbioso o violento, gli autobus non hanno bisogno di rubarsi i passeggeri.

A Monte Cristi la spiaggia è un po’ lontana e niente di che, non credo che farò il bagno, ma in centro c’è gente ed è piacevole. Un supermercato con una corsia dedicata agli assorbenti, un bancomat funzionante a due passi dall’albergo. Non sembra neanche vero. La gente qui sta bene. Prima è passato uno con una Yamaha R1 (ha detto Luca). Siamo sul molo ora, si sta divinamente. Ci sono 4 uomini che si sono portati una cosa da bere e si sono messi in fondo al molo in attesa del tramonto. Belli.

Cap Haitien

Cap Haitien

25 o 26 Marzo, ho perso il conto.

Mezzogiorno a Cap Haitien. Siamo sul tap-tap (il retro di un pick-up) in attesa che si riempia e ci porti a Labadie. Ci siamo presi un po’ tardi perché ci siamo alzati con calma, siamo stati al Caribe Tours a prenotare il passaggio per la Repubblica Dominicana (ci hanno detto di presentarci direttamente domattina), e a fare colazione. E’ arrivata una vecchietta accompagnata da un vecchietto che portava una carriola con un sacco di zucchero e uno di riso. Montato tutto sul pick-up, sotto i nostri piedi. Finora Luca è l’unico maschio. Mancano ancora un paio di persone per partire (credo, ma qui non si sa mai quando considerano il tap-tap “pieno”).

La corrierona (comoda e diretta) per Santiago costa 25 USD. Andare con il tap tap costerebbe circa 20 USD in meno, ma sarebbe un viaggio più lungo e stancante, perché dovremmo prenderne uno fino alla frontiera, passare la frontiera a piedi e una volta in Repubblica Dominicana cercare il gua-gua per la destinazione successiva.

Ad Haiti ho visto un sacco di donne incinte. Tutte giovani però. Le vecchiette della mia età non se le fila più nessuno.

15h15 Pausa bibita al Cornier Bar, un albergo-ristorante-bar per stranieri. Questi due succhi ci costeranno più della cena di questa sera, ma ne avevamo proprio voglia ed è troppo bello bere qualcosa di fresco su queste poltroncine in riva al mare. Se voglio internet però devo pagare 3 USD. Nel parcheggio ci sono delle camionette dell’UNHCR. Poveri cooperanti?

I nostri succhi di lusso

Siamo stati a vedere la spiaggia dove si fermano le navi da crociera. Era circondata da una rete in metallo per tenere fuori gli intrusi. E noi insieme con altri haitiani eravamo lì a guardare i turisti che facevano il bagno e prendevano il sole come si guardano le scimmie allo zoo.

Eravamo un po’ più in là a fare il bagno, ma mentre ci asciugavamo è iniziato l’attacco delle zanzare. E ci sono un sacco di ricci in acqua, ho paura.

Siamo tornati a Cap Haitien con una moto (noi due e l’autista su una moto), perché pic-up non ce n’erano più. Non tanto comodo, su quella strada sterrata. Abbiamo fatto in tempo a fare un giretto per il paese: la piazza principale con il municipio (Delegation du Nord), le stradine con le case Gingerbread, il lungomare, il Croissant d’Or, un panificio-pasticceria (rarità). Cena con mezzo pollo a testa e yuca. Stasera abbiamo fame.

Piazza e municipio a Cap Haitien

Le 9 o le 10 di sera, non lo so. Luca è stanco e non gli va più bene niente. Cacchio, ho paura che sia nella fase “Maledetta la volta che t’ho incontrato” e che non sia per niente contento di aver accettato di partire con me. Spero gli passi in fretta!

Tipica casa gingerbread haitiana

Tipica casa gingerbread haitiana